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Servizi per la tua impresa

D.V.R.

La redazione del documento di valutazione dei rischi (art.28 del D.Lgs 81/08), comunemente noto come D.V.R. è un obbligo imposto ai Datori di Lavoro di tutte le imprese italiane, indipendentemente dalla classificazione di rischio ATECO di appartenenza, dal numero di dipendenti e dalla tipologia di attività lavorativa svolta.
Sviluppiamo documenti che identificano i pericoli, valutano e ponderano i rischi con identificazione di priorità, permettendo al DTL di prendere decisioni sulle misure preventive da adottare, sulla pianificazione degli interventi di trattamento nonché di controllare e riesaminare il processo di valutazione.

VALUTAZIONE RISCHIO BIOLOGICO

• Valutazione e gestione del rischio biologico negli ambienti di lavoro ai sensi del D.Lgs. n. 81/2008 e s.m.i. (Titolo X, Capo I “Esposizione ad Agenti Biologici”).
• Valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori derivanti da agenti biologici pericolosi, secondo i contenuti delle Linee Guida emanate dal Coordinamento Tecnico per la Prevenzione degli Assessorati alla Sanità delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano e della SIMLII (Società Italiana di Medicina del Lavoro e Igiene Industriale)
• Redazione del piano di autocontrollo Legionella
• Svolgimento di campionamenti per valutare il livello di contaminazione e l’esposizione dei lavoratori agli agenti biologici.

VALUTAZIONE RISCHIO VIBRAZIONI

Il DLgs. 81/2008 prevede che tutte le aziende debbano effettuare la valutazione del rischio rumore (art. 190, comma 1). I dati ottenuti dalla valutazione, misurazione e calcolo dei livelli di esposizione costituiscono parte integrante del documento di valutazione del rischio (art. 181, comma 2).

VALUTAZIONE RISCHIO DA CAMPI ELETTROMAGNETICI

Valutazione del rischio per la salute e sicurezza dei propri lavoratori esposti a campi elettromagnetici secondo i criteri e i limiti individuati dal D. Lgs. 81/08, con particolare riferimento alle radiazioni elettromagnetiche di frequenza da 0 Hz a 300 GHz.

VALUTAZIONE RISCHIO CHIMICO E CANCEROGENO

Valutazione dei rischi da esposizione ad agenti chimici, cancerogeni e mutageni negli ambienti di lavoro ai sensi del D.Lgs. n. 81/2008 e s.m.i. (Titolo IX, Capo I “Protezione da Agenti Chimici” e Capo II “Protezione da Agenti Cancerogeni e Mutageni”mediante strumenti e modelli validati dagli enti di controllo.
Svolgimento di campionamenti per valutare l’esposizione dei lavoratori agli agenti chimici.
Valutazione della conformità dell’uso di sostanze e miscele alle restrizioni previste dal Regolamento REACH.

VALUTAZIONE RISCHIO DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO

• Valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico dell’apparato muscolo-scheletrico per tutte le attività lavorative in cui si effettuano attività manuali che richiedono un impegno fisico o posturale.
• Applicazione delle norme UNI ISO 11228 richiamate nell’allegato XXXIV° del D.Lgs.81/08.
• NIOSH UNI ISO 11228-1 Movimentazione Manuale dei Carichi che prevede operazioni di Sollevamento e Abbassamento di Carichi.
• UNI ISO 11228-2 TRAINO E SPINTA Sovraccarico biomeccanico del rachide. Misurazioni strumentali con dinamometro elettronico.
• UNI ISO 1228-3 METODO OCRA  Sovraccarico biomeccanico arti superiori (SBAS).

PERCHÈ LE PATOLOGIE MUSCOLOSCHELETRICHE SONO LA NOSTRA PRIORITÀ

I disturbi muscoloscheletrici (DMS) costituiscono uno dei disturbi più comuni legati al lavoro in Europa. Quasi il 24 % dei lavoratori dell’Unione europea a 25 soffre di mal di schiena e il 22 % lamenta dolori muscolari. Entrambe queste condizioni hanno una prevalenza ancora maggiore nei nuovi Stati membri, con percentuali che raggiungono, rispettivamente, il 39 % e il 36 % (1).
I DMS non provocano soltanto sofferenza fisica e perdite economiche per il singolo lavoratore, ma producono effetti negativi anche per le imprese e le economie nazionali. Questi disturbi possono colpire qualsiasi lavoratore; tuttavia, le patologie muscoloscheletriche si possono prevenire studiando le attività di lavoro, adottando misure preventive e controllando che tali misure continuino a essere efficaci. «Alleggerisci il carico» è il tema della campagna europea per il 2007 dedicata ai DMS. La campagna si prefigge di proseguire le azioni già intraprese nel corso della prima Settimana europea sui DMS nel 2000 (dal titolo «Volta le spalle alle patologie muscoloscheletriche»), coinvolgendo nelle iniziative tutti gli Stati membri dell’Unione europea e i paesi dell’EFTA.

Cosa sono i DMS?
I disturbi muscoloscheletrici legati all’attività lavorativa sono disturbi che colpiscono determinate strutture del corpo quali muscoli, articolazioni, tendini, legamenti, nervi, ossa e il sistema circolatorio locale; tali disturbi sono provocati o aggravati prevalentemente dall’attività lavorativa e dagli effetti dell’ambiente di lavoro circostante.
La maggior parte dei DMS legati all’attività lavorativa è costituita da disturbi di tipo cumulativo, frutto di un’esposizione ripetuta a carichi di alta o bassa intensità per un periodo di tempo prolungato. Rientrano tuttavia nella definizione di DMS anche i traumi acuti come le fratture, che possono verificarsi a seguito di un infortunio.
Questi disturbi interessano prevalentemente la schiena, il collo, le spalle e gli arti superiori, ma possono anche colpire gli arti inferiori. Alcuni DMS, come la sindrome del tunnel carpale a carico dei polsi, sono disturbi specifici, caratterizzati da un corredo di segni e sintomi ben definiti. Altri, invece, sono disturbi aspecifici, poiché si manifestano soltanto sotto forma di dolore o fastidio, senza chiari segni di alterazioni particolari.

Quali fattori contribuiscono alla comparsa dei DMS?
Diversi insiemi di fattori possono contribuire ai DMS, tra cui fattori di natura fisica e biomeccanica, fattori organizzativi e psicosociali, individuali e personali. Questi fattori possono manifestarsi singolarmente o in varie combinazioni.

Fattori che possono contribuire alla comparsa dei DMS

Fattori fisici:
• 
Applicazione di una forza, per esempio sollevare, trasportare, tirare, spingere, usare strumenti
• Ripetizione di movimenti
• Posizioni scorrette e statiche, per esempio con le mani sollevate al di sopra delle spalle o periodi prolungati trascorsi in posizione seduta o eretta
• Compressione esercitata localmente da utensili e superfici
• Vibrazioni
• Freddo o caldo eccessivo
• Scarsa illuminazione, per esempio tale da provocare incidenti
• Livelli di rumore elevati, per esempio tali da provocare tensione fisica.

Fattori organizzativi e psicosociali:
• Attività faticose, scarso controllo sulle attività svolte, bassi livelli di autonomia
• Scarsa soddisfazione professionale
• Attività monotone e ripetitive svolte a un ritmo sostenuto
• Mancanza di sostegno da parte di colleghi, supervisori e dirigenti

Fattori soggettivi:
• Patologie pregresse
• Capacità fisica
• Età
• Obesità

Come vanno gestiti i DMS?
Per affrontare il problema dei DMS è necessario adottare un approccio gestionale integrato. Questo approccio dovrebbe tener conto nonsoltanto della prevenzione di nuovi disturbi ma anche del mantenimento, della riabilitazione e del reintegro dei lavoratori che già soffrono di DMS.
Le misure preventive devono tener conto di tutte le pressioni esercitate sul corpo che possono contribuire alla comparsa dei DMS. Normalmente non esistono fattori singoli responsabili della comparsa di questi disturbi;
Per esempio, raramente la sola movimentazione manuale di carichi può causare disturbi dorso-lombari: molti altri fattori contribuiscono alla loro comparsa, tra cui lo stress, le vibrazioni, il freddo e una cattiva organizzazione del lavoro. Pertanto, è molto importante valutare l’intera gamma dei rischi di DMS e affrontarli sulla base di una strategia globale.
Mantenere in servizio i lavoratori con DMS dev’essere una componente fondamentale della politica in materia di DMS sul luogo di lavoro. Si deve dare una particolare enfasi agli approcci multidisciplinari che associano interventi di prevenzione ad azioni di riabilitazione. Particolarmente importante è il ruolo del sostegno sociale e organizzativo, per aiutare i lavoratori con DMS sia a ritornare al lavoro sia a rimanere in servizio. È importante garantire il supporto attivo e la partecipazione dei lavoratori a rischio e di altre parti interessate nell’azienda

Le principali direttive europee rilevanti per la prevenzione dei DMS sono le seguenti:
• 89/391/CEE: misure volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori;
• 89/654/CEE: prescrizioni minime di sicurezza e di salute per i luoghi di lavoro;
• 89/655/CEE: requisiti minimi di sicurezza e di salute per l’uso delle attrezzature di lavoro da parte dei lavoratori;
• 89/656/CEE: prescrizioni minime in materia di sicurezza e di salute per l’uso da parte dei lavoratori di attrezzature di protezione individuale durante il lavoro;
• 90/269/CEE: identificazione e prevenzione dei rischi legati alla movimentazione manuale dei carichi;
• 90/270/CEE: prescrizioni minime in materia di sicurezza e di salute per le attività lavorative svolte su attrezzature munite di videoterminali;
• 93/104/CE: aspetti dell’organizzazione dell’orario di lavoro;
• 98/37/CE: ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alle macchine;
• 2002/44/CE: prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (vibrazioni).

PATOLOGIE DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO DELL’ARTO SUPERIORE

Le principali forme cliniche:

Spalla
• Tendinite del sovraspinoso ( tendinite della cuffia dei rotatori);
• Tendinite capolungo del bicipite;
• Tendinite calcifica (m. di Duplay);
• Borsite.

Gomito
• Epicondilite/Epitrocleite;
• Borsite olecranica.

Polso-mano
• Tendiniti flessori-estensori (mano-dita)
• Sindrome di De Quervain
• Dito a Scatto
• Sindrome del Tunnel Carpale

TENDINITE DEL SOVRASPINOSO
Definizione
La sindrome della cuffia dei rotatori è una irritazione delle strutture sotto-acromiali (i tendini della cuffia dei rotatori, la borsa sottoacromiale)
La sintomatologia è caratterizzata da dolore intermittente alla spalla o alla regione deltoidea senza parestesie, legato all’attività, che viene esacerbato dall’estensione attiva dell’arto sup.
Sono condizioni dovuti a processi flogistici dei rispettivi tendini.
Il sintomo è dolore intermittente, a livello del gomito, del tendine nel punto di:
• giunzione tra muscolo e tendine;
• punto di inserzione dei muscoli estensori, in particolare dell’estensore radiale breve del carpo (epicondilite laterale)
• muscoli flessori del carpo (epicondilite mediale o epitrocleite).
A seconda delle fasi della malattia si possono distinguere diversi quadri ecografici:
1) Tendinite “classica”
2) Lacerazioni tendinee recenti
3) Lacerazioni tendinee pregresse

Etiologia e Patogenesi
La rottura della cuffia può verificarsi sia in pazienti giovani che anziani, ma è molto più frequente tra le persone anziane. Solitamente tra i giovani la causa è un trauma acuto, oppure un utilizzo continuo della spalla, come può succedere tra gli sportivi.
Con l’invecchiamento, i muscoli ed i tendini della cuffia perdono elasticità e diventano più suscettibili alle rotture, al punto che spesso, a volte, basta anche un movimento banale.

EPICONDILITE / EPITROCLEITE
L’epicondilite, essendo una patologia degenerativa infiammatoria della giunzione osteo-tendinea dovuta ad azione meccanica (in altri termini, a movimenti eccessivamente ripetuti o effettuati con troppa intensità)
Frequente in coloro che seguono la pratica del tennis o del golf, viene spesso anche chiamata “gomito del tennista o del golfista” (tennis o golf elbow).

Definizione
È un’infiammazione dei tendini inserzionali dell’osso del gomito

Etiologia
Questa patologia colpisce però, se pure in misura ridotta, anche altri sportivi e lavoratori che utilizzano in modo eccessivo i tendini della parte esterna o interna del gomito come pittori, muratori, carpentieri, operatori del computer ecc.

Clinica
Il paziente lamenta , come primo sintomo, dolore generalmente localizzato a livello dell’epicondilo laterale o mediale, ma con possibile irradiazione del dolore anche distalmente lungo l’avambraccio.
Può esser presente difficoltà nella presa di oggetti
La sintomatologia è lavoro-correlata ed è provocata dall’afferrare o sollevare oggetti, nei movimenti di pronazione e supinazione dell’avambraccio. Nella fase acuta il dolore è presente a riposo, anche durante la notte.

Tests semeiologici:
• 
l’estensione del polso contro resistenza a gomito flesso (manovra di Cozen)
• la supinazione contro resistenza sempre a gomito flesso
• la pronazione passiva forzata con polso flesso e gomito esteso (manovra di Mills).

DITO A SCATTO
Clinica
Lesione infiammatoria della sinovia dei tendini flessori delle dita.
La diagnosi è clinica
La clinica va dalla difficoltà piegare un dito o a fare il pugno; alla necessità di muovere il dito con l’ausilio dell’altra mano.

Etiologia
• 
Attività lavorative ripetitive (dall’uso di strumenti di lavora con bordi rigidi ed acuti)
• Giardinaggio o simili (potatura ecc)
• Diabete
• Ipercolesterolemia
• Donne di mezza età
• Artrite infiammatoria, quale l’artrite reumatoide
• Lesioni parziali dei tendini

SINDROME DI DE QUERVAIN
Definizione
È una tenosinovite stenosante a carico dei muscoli abduttore lungo ed estensore breve del pollice al passaggio sulla stiloide radiale
I sintomi sono rappresentati da dolore intermittente o contrattura localizzata alla regione radiale del polso, che può irradiarsi prossimamente all’avambraccio o distalmente al primo dito.
Il test semeiologico con valore diagnostico è il test Di Finkelstein

Patogenesi
• 
Flogosi e stenosi della guaina tendinea
• Ostacolo meccanico per lo scorrimento del tendine
• Restringimento della guaina
• Trauma Cronico Sinoviale

SINDROME DEL TUNNEL CARPALE
Definizione
Sindrome da compressione del n. mediano, composto da fibre sensitive per il 1°,2°, 3° e parte del 4° dito e da fibre motorie per i muscoli dell’eminenza tenar.
La compressione del nervo mediano può essere associata o meno a tendinite dei muscoli flessori nel loro decorso nel Tunnel Carpale.

Etiologia
• 
Esiti di fratture, edemi, emorragie,neoformazioni;
• Modificazioni ormonali fisiologiche o patologiche (gravidanza,menopausa, terapia con estrogeni,
• Distiroidismi, diabete mellito, iperuricemia, insufficienza renale cronica, emodialisi), connettiviti, mieloma multiplo;
• Sovraccarico biomeccanico di origine lavorativa

Patogenesi
Fase iniziale:
Aumento della pressione all’interno del canale carpale con una riduzione di flusso sanguigno epineurale e conseguente sofferenza nervosa da anossia ( possibile eco e/o emg negativi).
Fase successiva:
• Flogosi tendinea e delle guaine sinoviali e/o del legamento trasverso del carpo
• Compressione del nervo mediano con possibile demielinizzazione più o meno reversibile e alterazione della conduzione dello stimolo motorio e sensitivo .

Clinica
Le manifestazioni più comuni sono
• Parestesie notturne
• Parestesie anche diurne, dolore, ipoestesia, iniziali disturbi motori
• Deficit della sensibilità, sino all’anestesia, marcati disturbi motori con ipotrofia dell’eminenza tenar eplegia dei relativi muscoli.
Per la diagnosi ci si affiderà ai tests semeiologici e agli esami strumentali.

CISTI DEL POLSO
Che cosa è
La cisti è una tumefazione a carattere benigno contenente liquido sinoviale. Questo liquido è un lubrificante che si trova all’interno delle articolazioni e nelle guaine dei tendini. Le cisti sono una patologia estremamente comune; nella maggior parte dei casi la neoformazione compare sul dorso del polso, meno frequentemente sul versante palmare o alla base del pollice, a seguito di lavorazioni che comportano l’uso della forza per il sostegno di un utensile per esempio e i movimenti ripetitivi delle mani (smerigliare per ore ecc)
Queste tumefazioni possono essere dolorose, specialmente dopo uno sforzo.
Le dimensioni variano nel tempo e talvolta, si riducono fino alla transitoria scomparsa della cisti. Per la diagnosi è sufficiente la visita dello specialista ed in certi casi può essere utile un esame ecografico.

Come si cura
Se la cisti non provoca dolore o non limita il movimento, è sufficiente controllare che non aumenti di volume. L’aspirazione con un ago non elimina il peduncolo di comunicazione con l’articolazione determinando quindi molto spesso una ricomparsa precoce della cisti.

Problematiche medico legali
Le problematiche medico-legali sono comuni a moltissime altre patologie lavoro correlate e sono caratterizzate da numerosi aspetti deficitari che emergono nell’istruttoria di una pratica di denuncia di malattia professionale
Le criticità maggiori nell’istruttoria medico legale sono rappresentate da:
• Documentazione sulla valutazione del rischio
• Notizie anamnestiche
• Inquadramento diagnostico
Documentazione sulla valutazione del rischio
• 
Ritardo nella presentazione
• 
Valutazione assente
• 
Valutazione insufficiente

I NOSTRI CORSI

• Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione R.S.P.P.
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• Addetti all’uso di carrelli elevatori, Gru su autocarro, Montaggio Smontaggio e Trasformazione Ponteggi, Escavatori Idraulici, Pale Caricatrici, Frontali, Terne ecc.

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Servizi Healtcare

PRATICHE AUTORIZZATIVE

• Analisi idoneità dell’immobile a destinazione assistenziale o socio-sanitaria
• Coordinamento lavori di ristrutturazione e adeguamento dell’immobile
• Gestione pratica di autorizzazione all’apertura e dei rapporti con Uffici competenti 
• Produzione documentale necessaria alla presentazione della richiesta di autorizzazione all’apertura
• Coordinamento di tecnici e consulenti coinvolti nella produzione documentale
• Consulenza per la procedura di ACCREDITAMENTO presso la Regione

RISORSE E FINANZIAMENTI

• Assistenza nei piani di acquisizione o cessione societaria, dal punto di vista strategico, giuridico e negoziale, tecnico-strutturale, operativo e gestionale
• Valutazioni finanziarie, economiche-patrimoniali e in ambito di ‘Due Diligence’
• Attività di reperimento di risorse economiche e Fondi di Investimento 
• Attività di Fundraising
• Individuazioni piani assicurativi

GESTIONE PERSONALE ASSUNTO

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PIANO MARKETING E PUBBLICITÀ

• Creazione rapporti con interlocutori strategici per il funzionamento della Struttura: es Medici, enti e/o strutture assistenziali e sanitarie
• Progettazione e attuazione di un piano di commercializzazione 
• Definizione e realizzazione di una strategia di marketing
• Gestione della progettazione e produzione di materiale pubblicitario

START-UP E GESTIONE OPERATIVA

• Strutturazione di un sistema operativo di gestione: individuazione delle funzioni operative necessarie al funzionamento della Struttura
• Selezione e gestione processi di assunzione del personale
• Organizzazione delle attività operative in coordinamento con gli interlocutori territoriali
• Produzione moduli necessari alla gestione operativa delle attività
• Organizzazione della vita conviviale all’interno della struttura

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